La Coppa che vorrei...
A chi, almeno una volta, è venuta in mente una partita poco
interessante, noiosa e poco apprezzata della nostra Coppa Italia, che ha
seguito in TV o allo stadio, alzi la mano!
Bene, è oramai credenza comune che la nostra coppa, non sia
più considerata dai tifosi ma anche dalle società di calcio stesse un percorso
alternativo al campionato di un certo livello di importanza, non è quasi più
una priorità… Anzi, spesso un ripiego… Come mai? Penserete… Le ragioni sono
tantissime, sarebbe lunghissimo affrontare tutti i motivi ed i relativi
problemi, ma mi piacerebbe invece, pensare a cosa potrebbe essere la Coppa
Italia in futuro.
Premetto però, che quando parlerò di Coppa Italia, non
indicherò solamente quella a cui partecipano le Società Professionistiche di
Serie A e B, ma anche quella della Lega Pro (Serie C) e quella della Serie D.
Questo perché, secondo il mio poco importante parere, le
“migliori squadre” italiane debbano sfidarsi tutte insieme, cosa che per ovvie
ragioni in Campionato non può avvenire. Per migliori non mi riferisco solamente
ad una cerchia ristrettissima di Club come ora, ma una competizione di respiro
Nazionale che includa tutte le migliori società, tutte quelle Professionistiche,
quantomeno, con l’aggiunta delle migliori Dilettantistiche, (che poi, in Serie
D, alcune volte c’è più professionalità dei professionisti stessi).
Attualmente, non sembrerebbe possibile per tanti motivi tra cui:
- Strutture inadeguate nelle categorie inferiori
- Problematiche di ordine pubblico e viabilità nelle piccole città
- Poco interesse e risultati scontati (secondo i media e le Pay TV) per match in cui tra le due squadre ci sono tante categorie di differenza
Io, invece la vedo cosi. Seguendo l’esempio di altre coppe
nazionali, per citarne alcune famose la FA Cup, in Inghilterra, la Copa del Rey
in Spagna, la Coupe de France e tante altre, c’è la possibilità anche per Club
minori di affrontare le “big” nazionali del proprio paese.
Ma procediamo per ordine, come funziona la nostra Coppa
Italia?
E’ innanzitutto divisa in più coppe, e già questo… Ma
vediamo.
La Coppa Italia attualmente nel suo regolamento prevede la
partecipazione di 44 squadre (dal 2021-2022), di cui:
- 20 di Serie B (tutte)
- 4 di Serie C
Ogni società in base al posizionamento in campionato riceve
un numero rappresentante il “ranking”.
La “numero 1” è la vincitrice della precedente edizione
della coppa stessa.
Dal numero 2 ad 8 le squadre posizionate dal 2° all’8° posto
in A (eventualmente escludendo la vincitrice della Coppa che va al 1°)
Dal 9 al 20 le classificate dal 9° posto al 17°, con
l’aggiunta delle 3 promosse dalla Serie B.
Da 21 a 24 le 3 società retrocesse dalla A alla B e la
perdente dei Play Off di B.
Dalla posizione 25 alla 36 le classificate in B dal 4° posto al 15° (escluse finaliste dei Play Off B e vincente Play Out di B).
Al numero 37 fino a 40 le 3 società promosse dalla C alla B
e la vincente dei Play Off di C.
Infine, dal 41 al 43 le 3 squadre di C classificate 2° nei
rispettivi gironi e la 44° è nient’altro che la vincitrice della Coppa Italia
Serie C!
Insomma, un casino
incredibile!!!
La 2° Coppa italia, la “sorella brutta” è quella di Lega Pro che
si effettua tra le 60 squadre partecipanti alla Serie C o Lega Pro.
Per la Coppa vengono ammesse alla
competizione le 60 squadre che risultano regolarmente iscritte al campionato
di Serie
C. La competizione si divide in varie fasi:
- Primo turno: vi partecipano le 56 squadre che non
hanno partecipato alla Coppa
Italia maggiore. Si giocano 28 partite di sola andata. Le
squadre vincitrici vengono ammesse al secondo turno.
- Secondo turno: vi partecipano 32 squadre: le 28
vincitrici del primo turno e le 4 società ammesse alla Coppa
Italia maggiore. Le squadre vincitrici accedono agli ottavi di
finale.
- Ottavi di finale: vi partecipano le 16 squadre
vincitrici del secondo turno eliminatorio. Le vincitrici accedono ai quarti di
finale.
- Quarti di finale: vi partecipano le 8 vincitrici degli
ottavi di finale. A partire da questo turno gli accoppiamenti sono determinati
da un sorteggio integrale. Le vincitrici accedono alle semifinali.
- Semifinali e finale: si giocano
ad eliminazione diretta, con partite di andata e ritorno. Il sorteggio
determina l'ordine dei campi, anche per la finale fra le due vincitrici delle
semifinali.
(in foto: vincitrice della Coppa Italia di Serie D 2022/2023 il
Pineto)
Si compone da regolamento, di 166 squadre, o per meglio dire, vi
partecipano tutte le società iscritte alla Serie D, che nella stagione
2023/2024 rappresentano 166, numero che però è destinato a cambiare molto
spesso per tante ragioni.
76 squadre disputano il turno
preliminare e le 38 vincenti accedono al primo turno (sessantaquattresimi di
finale) dove raggiungono le 90 squadre esentate dal turno preliminare.
Il fattore campo è determinato per
sorteggio nel turno preliminare, nel primo turno e nei trentaduesimi di finale.
Nei sedicesimi di finale, negli ottavi di finale e nei quarti di finale,
invece, gioca in casa la squadra che nel turno precedente ha giocato in
trasferta e viceversa, procedendo col sorteggio solo nel caso di sfida tra due
squadre che, nel turno precedente, abbiano giocato entrambe in casa oppure
entrambe in trasferta. Nelle semifinali il fattore campo torna ad essere deciso
esclusivamente per sorteggio, mentre la finale si disputa in campo neutro. Gli accoppiamenti
di tutti i turni sono guidati da criteri di vicinanza geografica.
Sono 76 le squadre impegnate per il
preliminare: le trentasei neopromosse dai campionati di Eccellenza; le sette
retrocesse dal campionato di Serie C; 32 società classificatesi al termine
della Stagione Sportiva precedente dall'11º al 16º posto nei gironi a 18
squadre, dal 13º al 18º per quelli a 20 club.
Il primo turno prevede la disputa
di n. 64 gare di sola andata riservato alle seguenti squadre: 38 vincenti il
turno preliminare; 90 aventi diritto.
Ora, che siamo in possesso di un
quadro generale, (ringraziando Wikipedia come inesauribile fonte di
informazioni ed elemento di confronto per eventuali dubbi) possiamo dire che,
ci sono in Italia 3 differenti “Coppa Italia”, di cui l’ultima risulta essere
la meno attrattiva per i tifosi/appassionati visto che vi partecipano solo
squadre di Serie D e che per queste stesse società che da status risultano
Dilettantistiche e non hanno grandi disponibilità economiche, giocare
infrasettimanalmente, con trasferte anche molto lunghe risulta essere un costo
e poco più.
Da notare anche che le società di Serie D hanno generalmente l’obbligo di giocare con ragazzi Under (4 per l’esattezza) e questo impone anche a chi non ha molti giovani di qualità di esporre i pochi ragazzi ritenuti all’altezza ad ulteriori carichi di lavoro con possibilità maggiori di infortunarsi, privandosene poi per il Campionato.
Da qui, si intuisce l’inutilità di
questa coppa, cosi come la poca rilevanza di quella della Serie C.
Per farla breve, la famigerata FA Cup, prevede la partecipazione di circa 762 formazioni (numero massimo raggiunto e comunque variabile) la competizione inizia in agosto, (potrebbe essere utile come preparazione precampionato) con il turno extra-preliminare disputato tra squadre che occupano posizioni alquanto basse nel sistema calcistico inglese, corrispondenti con le maggiori leghe dilettantistiche. Dopo il turno extra-preliminare, c'è un turno preliminare, quattro turni di qualificazione e sei turni di competizione vera e propria, seguiti dalle semifinali e dalla finale. Tutte le squadre della Premier League, della Football League, della National League e delle tre leghe semiprofessionistiche locali possono partecipare. Le squadre della Football League per intenderci sono quelle della seconda lega professionistica del calcio inglese, che organizza i tre campionati calcistici di rango immediatamente inferiore alla Premier League (prima divisione inglese); è composta da 72 club, attualmente divisi in tre campionati da 24 squadre ciascuno che nel 2004 sono stati così rinominati:
1) Football League Championship (seconda divisione inglese)2) Football League One (terza divisione inglese)
3) Football League Two (quarta divisione inglese)
I campionati sono tre, suddivisi su due livelli: l’omonima National League al vertice (la
quinta serie), e sia la National League North che la National League South alla base
(entrambe rappresentanti la sesta serie).
Le squadre che compongono la lega sono 72 dal 2022.
Le
squadre più in alto nel sistema calcistico inglese sono esentate da alcuni
turni. Ad esempio, squadre che giocano la National
League North o la National
League South sono esentate fino al secondo turno di
qualificazione, mentre quelle della National
League sono esentate fino al quarto turno di
qualificazione. Squadre della Football
League One e della Football
League Two sono esentate fino al primo turno vero e
proprio in novembre e le squadre della Football
League Championship e Premier League sono
esentate fino al terzo turno, che tradizionalmente si gioca il primo weekend di
gennaio. Le finali sono giocate a fine stagione, in maggio.
E’ quindi evidente che praticamente tutti possono
partecipare alla seguente coppa, ed è infatti tanta la curiosità che si
prefigura quando alcune società semiprofessionistiche raggiungono turni
successivi ed incontrano blasonate squadre di Premier e/o Championship.
Ora, immaginate società della nostra Serie D, (4°
serie), che potrebbero raggiungere turni più avanzati guadagnandosi ampli e
meritati ritagli su giornali e programmi sportivi nonché sui social che per il
loro percorso si ritrovino ad affrontare Club di A o B, prevedendo che semmai
quest’ultime, subentrino successivamente nella Coppa ma che debbano andare
obbligatoriamente in trasferta, ciò, sempre a mio modestissimo parere
genererebbe curiosità, fascino, per inedite sfide, in cui la squadra di
categoria inferiore, che gioca in casa, otterrebbe oltre alla sopracitata
visibilità, introiti economici come diritti tv, sponsorizzazioni, vendita
biglietti aumentata ecc… Questo aiuterebbe il “sistema calcio italiano” povero,
indebitato, e costantemente bistrattato rispetto ad altri settori, (come
abbiamo appreso in tempi non lontani durante la pandemia essa costituisse una
buonissima fetta del PIL Nazionale (10-12%) a “rigenerarsi” dal basso, aiutando
i piccoli Club, le piccole realtà, le Città ad essere (se meritevoli) dal punto
di vista sportivo “polo attrattivo nazionale per un giorno” per quanto riguarda
l’evento sportivo della disciplina più praticata e seguita nel nostro Paese.
I benefici, economici, si riverserebbero sulle
comunità locali, piccole città sconosciute ai più, che per un giorno sarebbero
meta di trasferta da parte di grandi gruppi di persone (importanti tifoserie),
stampa, televisioni e quant’altro, aiutando le piccole medie imprese, le
attività commerciali del territorio nonché le società di calcio stesse, che
potrebbero con un solo incasso, ri-finanziare la stagione sportiva successiva.
E’ solo una modesta ipotesi, ma personalmente ritengo
più concreto ed utile formulare proposte e suggerimenti, seppur apparentemente
fantasiose e di difficile realizzazione piuttosto che rimanere nell’immobilismo
più totale che porta ad uno stallo e deterioramento dell’attuale situazione del
calcio italiano.
Provo ad esemplificare.
Squadra “X” di Serie D, che ha (di solito) 1000
spettatori allo stadio, si vedrebbe arrivare 3-4 mila tifosi della squadra “Y”
di A, diverse decine se non centinaia tra giornalisti, addetti vari ai lavori
delle TV, Social, Media in generale, oltre ad un numero maggiorato di propri
supporters.
Sto fantasticando? Può darsi, molti in questo momento
penseranno a ciò, infatti le strutture non possono ospitare tutti quei tifosi,
la viabilità ne risentirebbe, le Pay Tv non potrebbero garantire i servizi… e
bla bla bla.
In realtà se si cerca sempre il problema e mai la
soluzione non si migliora mai, anzi!
Si potrebbe più concretamente, viste le restrittive
norme per l’iscrizione ai Campionati di Lega Pro, per quanto riguarda le
strutture, le possibilità di trasmettere in diretta partite e le varie vicissitudini
in materia di sicurezza, ordine pubblico e viabilità, coinvolgere dapprima
solamente le società Professionistiche, (fino alla C) e gradualmente negli
anni, quelle di D (se funziona).
Personalmente, nel mio “piccolo mondo” di semplice
tifoso di calcio di una squadra dilettantistica, il solo immaginare di giocare
nel “mio” stadio, nella mia città, anche una sola volta nella vita contro i
campioni visti in TV entusiasmerebbe non poco e non credo di essere l’unico. La
formula “simil Fa Cup” potrebbe essere difficile da attuarsi, ma ripeto e
concludo, allo stallo ed al declino preferisco le “pazze” idee e l’apertura
mentale.
Se l’articolo è stato di tuo gradimento, condividilo,
cosi che l’idea possa arrivare a chi deve cambiare il calcio nostrano, d’altronde,
sognare non costa nulla ne tantomeno cliccare e pubblicare sui propri social!
Articolo scritto da: Fabio Polverino, Allenatore Uefa
B e Calcio a 5
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