Riforma Campionati Italiani


 

Si parla spesso di riforme del Calcio Italiano, poi nella pratica non sempre ciò che viene ipotizzato e discusso viene applicato. Una riforma dei format dei vari campionati appare necessaria, per tanti motivi, ma prima di analizzare ciò vorrei riassumere gli attuali format del calcio italiano.

Il sistema di calcio in Italia, se si dà uno sguardo al maschile, conta 9 divisioni o categorie. In ordine.


1.       Serie A, il massimo Campionato a livello nazionale, la vincente conquista lo scudetto.

2.       Serie B, il secondo livello nazionale, chi viene promosso va a giocarsi la Serie A.

3.       Serie C, il terzo livello nazionale, si tratta ancora di Professionismo, è suddiviso da 3 gironi da 20 squadre ciascuno ed ovviamente le vincenti dei gironi approdano in Serie B.

4.       Serie D, 4° livello, Dilettantistico, gestito dalla Lega Nazionale Dilettanti, è composta da 9 gironi, alcuni da 20 squadre, altri da 18, nella stagione appena conclusa, quella 2024/2025 è composta in totale da 168 squadre. Ha carattere interregionale, cioè raggruppa più regioni in un unico girone.

5.       Eccellenza, categoria gestita dal comitato regionale di appartenenza, in quanto è un campionato a dimensione regionale.

6.       Promozione, 6° livello, è ancora su base regionale, in totale, nella stagione appena conclusasi in Italia ci sono state 870 partecipanti a questo campionato.

7.       1° Categoria, 7° livello, spesso raggruppa squadre della stessa provincia anche se è ancora su base regionale.

8.       2° Categoria, 8° e penultimo livello, è su base provinciale, ance se in alcune regioni viene gestito dai comitati regionali.

9.       3° Categoria, ultima competizione, 9° livello, la “base” del calcio italiano, se vogliamo. Qui più o meno tutti possono divertirsi e sperare in una difficilissima scalata verso la massima serie. Gestita dai comitati provinciali.

Serie A

Della Serie A, si sa praticamente tutto, composta da 20 squadre, girone unico, è il massimo livello. La vincitrice del campionato si aggiudica lo “scudetto” ed il trofeo oltre al titolo di Campione d’Italia. Nella stagione appena conclusasi la squadra vincitrice del campionato di Serie A è la SSC Napoli, a cui vanno le mie congratulazioni per il 4° scudetto della loro storia. La vincitrice del campionato è qualificata insieme alle successive 3 alla Champions League, quindi in genere le prime 4, ma possono diventare 5 (ma anche 3) in base al Ranking Uefa. La 5° e 6° in Europa League e la 7° in Conference League, anche qui però ci possono essere delle variabili, infatti la vincitrice della Coppa Italia è qualificata all’Europa League, come il Bologna Football Club quest’anno, a cui faccio i complimenti. Il Bologna, ha concluso il campionato in 9° posizione ma proprio per aver vinto la Coppa Italia, è la 7° squadra ad andare nelle coppe e la 6° classificata in campionato, la Fiorentina accede di conseguenza all’unico posto di Conference League. Le retrocessioni in Serie B sono 3, le ultime 3 classificate, la 20esima, la 19esima e la 18esima, che sono rispettivamente in ordine Empoli, Venezia e Monza.

Possibili modifiche del format

Si discute spesso, per ragioni economiche ma non solo, di modificare il format e ritornare (come negli anni ’90 per intenderci) a 18 squadre. Confrontando i campionati di pari livello europei, in maniera sintetica, possiamo dire che in Inghilterra la Premier League è a 20 squadre, la Liga in Spagna a 20, Ligue 1 in Francia a 18, in Germania la Bundesliga è a 18. Questo per includere solo ed esclusivamente le prime 5 nel Ranking della Uefa per la Champions League.

(Fig.1)

Possiamo notare che le prime 3, almeno per questa stagione, sono quelle serie con 20 squadre, a mio modo di vedere, non avrebbe attualmente senso diminuire di 2 squadre, ne beneficeranno solamente le Nazioni alle nostre spalle, come, Germania e Francia, ma anche Olanda e Portogallo subito dietro, ottenendo quindi più squadre per la Champions e/o Europa League e Conference League. Una possibile riforma della Serie A, a mio modesto parere, potrebbe essere di aumentare da 3 a 4 le retrocessioni in B, (ovviamente aumentando di 1 unità le promosse dalla B alla A) questo per avere una “bagarre” maggiore e renderlo più avvincente per la questione “salvezza”.

Serie B

La Serie B o 2° livello del Campionato Italiano è a 20 squadre attualmente. “L’attualmente” è messo in discussione da alcune voci circolate nelle ultime settimane che ripropongono una B a 22 squadre, come in un recente passato, (dal 2004 al 2018) ma anche 19 o 21 (19 nella stagione 2018-2019, 21 nel lontano ’67-‘68).  Se per ragioni economiche il calcio italiano ha difficoltà a mantenere tante squadre professionistiche, a mio modo di vedere, si possono intraprendere 2 strade o soluzioni.

  • Aumentare la B a 22 o 24 squadre, considerando che le “economicamente forti” posso permettersi di salire dalla C alla B, riducendo inevitabilmente il numero in C.
  • Lasciare la B invariata a 20, che non crea problemi, ma intaccare il format della C ed altre categorie più basse.

Personalmente, guardando alle altre “B” negli altri paesi che hanno format uguali di A, quindi ugualmente bilanciate, come Inghilterra e Spagna, possiamo notare che in Spagna la “Segunda Division” è a 22 squadre, la “Football League Championship” o semplicemente Championship, è invece a 24 squadre. Ovviamente, un cambio di format della “nostra” B, sarebbe da ipotizzare a campionato finito e non a spareggi Play Out in corso e soprattutto da organizzare quantomeno fra un paio di stagioni, così da non influenzare il mercato e l’allestimento degli organici delle attuali società. Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane…

Serie C o Lega Pro

L’attuale Serie C, spesso denominata negli anni anche Lega Pro, è il 3° livello del calcio italiano, ed ha carattere Professionistico anch’essa. L’attuale format prevede 60 squadre, suddivise in 3 gironi da 20 squadre ciascuno, denominati girone A, girone B e girone C. Questo format, prevede la distribuzione su base geografica, con squadre del Nord del paese nel girone A, generalmente, nel B quelle del Centro e nel C quelle del Sud. La Serie C non è però sempre stata cosi, infatti, se nel 1935 è stata composta da 4 gironi da 16 squadre, l’anno successivo da 5 gironi da 16 per poi nel ’38 avere avuto un numero variabile tra 11 e 14 per ben 8 gironi.  Nell’evoluzione dal ’42 la C fu costituita da 12 gironi (quasi tutti a 16 squadre) e successivamente tra vari cambiamenti nel dopoguerra si arrivò alla costituzione di 4 gironi nel ’48 su base interregionale, che raccoglieva le squadre in questo modo:

  1. Girone A, Nord Ovest
  2. Girone B, Nord Est
  3. Girone C, Centro e Sardegna
  4. Girone D, Sud e Sicilia

Nel 1952, ci fu un nuovo cambiamento, unendo i 4 gironi in un unico campionato a carattere professionistico. 18 squadre in un unico girone.

Il tutto durò poco, infatti nel ’58, si ritrasformò di nuovo ad una formula a più gironi, prima 2 e l’anno successivo 3, organizzate in 3 gironi da 18 squadre. I cambiamenti non finirono, infatti nella stagione ’67-’68 si aumentò il numero di squadre per gironi a 20, si passò quindi da 54 squadre totali (18x3) a 60 totali, divise equamente in 20 squadre per girone. La Serie C, “scomparve” nel 1978 come campionato unico, infatti, dalla C si generarono due categorie differenti, la C1 e la C2.

Il Campionato di C1 o Lega Pro Prima Divisione composto da 2 gironi e C2 o Lega Pro Seconda Divisione composto da 4 gironi, ridotti a tre prima ed infine a 2. I gironi della C1 erano composti da 18 squadre, quelli della C2 sempre a 18 squadre, come dicevo prima suddivise in 4 gironi, diminuiti a 3 ed infine a 2.

Dal 2014, infine, la Lega Pro, ritorna ad essere l’unico campionato, con l’unificazione di C1 e C2 e questo ad oggi è il format utilizzato, con 3 gironi da 20 squadre.

Possibili Cambiamenti

Spesso sotto i riflettori per i cambi format, questa categoria purtroppo, viene a mio avviso un po' penalizzata e poco seguita, quanti di voi, (che state leggendo) conoscevate la sua storia e relative modifiche? Pochi, direi. L’attuale format, che mi sembra essere giusto ed equilibrato è ritornato (tanto per cambiare) al centro dell’attenzione perché “non funziona”. Troppe le squadre che si ritirano, escluse, estromesse che rendono falsato questo campionato. Mi verrebbe da pensare fosse cosi, ascoltando i vertici federali, troppe squadre professionistiche che non riescono a sostenere i costi del professionismo stesso, ma poi ragiono su un fatto. Se la C costa troppo, perché non ridurre semplicemente i costi? Che bisogno c’è di cambiare format?

 In parte sarebbe anche corretto, ma si creerebbe un distacco troppo ampio tra B e C. Piuttosto, sarebbe serio ed intelligente pensare a come aumentare gli introiti derivanti dai diritti TV, sponsorizzazioni e quant’altro, consentendo alle squadre di C di ricevere più utili e gestire meglio i costi. Insomma, in Italia, per risolvere un problema ci giriamo intorno…

Ma se proprio i vertici federali non riescono a creare sistemi per incrementare gli utili per le società di C e non abbassare i costi per non creare troppo distacco dalla B, l’ipotesi per me più plausibile è quella di ricreare le “vecchie” C1 e C2 (i nomi possono anche variare) magari lasciando solamente 2 gironi di C1 e creando una C2 a 3, 4 ma anche 5 gironi, diminuendo conseguentemente l’esagerato numero delle squadre di Serie D che ha ben 9 gironi ed oltre 160 squadre! Ovviamente, se questa è l’ipotesi per me più sensata, (se proprio bisogna cambiare…) ci dovrebbe essere una C-1 o Lega Pro o come vi pare invariata come costi e budget ed una C-2, Lega Pro 2 con costi ridotti, Non Professionistica, quindi, ma Semi-Professionistica. La mia idea è quella, come dicevo prima di mantenere almeno 40 squadre Professionistiche di C, spostando le rimanenti 20 in C2, le peggiori classificate, ed aggiungendo le migliori della D. La serie D, che come dicevo all’inizio ha ben 168 squadre divise in 9 gironi e potrebbe prevedere una promozione (per riformare la C2) di 4 per girone, (ma volendo anche di più) se i conti non sono errati 4x9 = 36, che sommate alle 20 di C porterebbero il numero totale a 56, aumentabile a 60 in 2 modi.

  • Play Off tra le migliori 5° e 6° dei gironi di D (esempio 9 quinte classificate di D + 9 seste classificate, play off tra 18 squadre, con 4 promosse)
  • Finaliste Coppa Italia D + mini Play Off con le 5° classificate, quindi Coppa Italia di D che darebbe alla vincitrice e perdente finale la promozione in C2 ed un mini Play Off con solamente le 9 quinte classificate di D, con anche qui le finaliste promosse.

Portato il format di C-2 a 60 squadre e C-1 a 40, l’Italia manterrebbe tra A, B, C 80 squadre Professionistiche, invece delle attuali 100 e reintrodurrebbe una divisione “cuscinetto” per non creare troppe differenze tra C e D, ovvero tra Professionismo e Dilettantismo. L’ipotesi di 60 squadre di C-2 ovviamente è puramente teorica, come dicevo potrebbero essere anche di più, ma mi piacerebbe non avere una C-2 stile D attuale, con troppe società e mi sembra che 60 sia un numero equilibrato. Da qui il vero format, quello che bisognerebbe mantenere (se funzionasse) nel tempo.

Se dai 2 gironi di C-1 ipotizziamo 4 retrocessioni a girone, per un totale di 8, dobbiamo prevedere che le promosse dalla C-2 debbano essere per forza 8. Potrebbero essere così suddivise, considerando 3 gironi da 20 per 60 squadre totali)

  • Le prime promosse, (3) altre 3 Play Off di girone. Quindi girone A una vincitrice PO promossa in C-1 stesso girone B ecc… Coppa Italia di C-2, che darebbe 2 posti promozione, le finaliste.
  • Oppure prime 3 e le seconde promosse, vincente e finalista perdente PO o vincitrice PO e vincitrice Coppa Italia.

Ovviamente, non dimentichiamo che avendo “riformato” anche la C-1, scesa a 2 gironi anziché 3, le promozioni in B che erano 3 + 1 (Play Off tra i gironi) devono essere mantenute 4 totali, quindi si potrebbe optare per le prime dei 2 gironi, Coppa Italia C-1 e Play Off o direttamente le 2 finaliste della Coppa.

Per concludere, visto che la C presenta alcune 2° squadre di A, (lo so meriterebbe un altro articolo) le 2° squadre potrebbero stazionare tranquillamente tra le 2 C, non togliendo (facendo finta ne fossero 20) posti alle piccole province e comuni dell’Italia che meritano di stare nel Professionismo e di essere rappresentate quantomeno nel Semi-professionismo, ma allo stesso tempo potrebbero servire al calcio italiano per formare i giovani professionisti del domani.

Serie D

Se per la Serie C non cambierei, o ripristinerei al massimo le “2 C”, la D merita di essere completamente rifatta. L’attuale massima serie dilettantistica seppur affascinante presenta tante criticità. In primis, ha troppe squadre e troppi gironi, se vogliamo considerare l’esempio di sopra, con una promozione di 36 squadre, si rimarrebbe comunque ad oltre 120 squadre… Più accettabile, ma secondo me ancora troppo…

Ad ogni modo 120/130 squadre (circa) potrebbero essere gestite ad esempio da 6 gironi da 20 squadre (120 totali) oppure 6 gironi da 22 (132 squadre).

Un altro aspetto da cambiare in D è l’inutilità dei Play Off. Infatti in tutti gli attuali 9 gironi, (che siano a 20 o a 18 squadre) si disputano PO di girone che coinvolgono le 2° classificate fino alle 5°, ma non danno nessun posto promozione. Considerando per semplificare l’attuale configurazione della C a 60 squadre, per aumentare le promozioni di Serie D non limitandole alle 9 vincitrici dei gironi, si potrebbero aumentare le retrocessioni dalla C. Le attuali 9 retrocessioni dalla C alla D, (3 per girone) sono distribuite in 1 diretta e 2 per Play Out (per girone), si potrebbero aumentare in 4 per girone (4x3=12) di cui 3 dirette per girone ed 1 per Play Out. Esempio. 20°, 19° e 18° retrocesse direttamente, POUT tra la 17° e la 16°, perdente in D. Così si avrebbero 9 retrocessioni dirette (3 per girone) e sei squadre che si affronterebbero nei POUT, con altre 3 che finirebbero in D e 3 salve.

Tutto ciò, ovviamente pura teoria, renderebbe i campionati italiani più bilanciati, appassionanti, ma, ovviamente si tratta di riforme importanti e complesse. Non coinvolgo in questo lungo discorso le società di, Promozione, 1°, 2° e 3° Categoria perché varierebbe anche in base alle regioni, più o meno grandi. Ma, sicuramente un altro aspetto da considerare, sarebbe però quello delle promozioni derivanti dagli spareggi tra le società di Eccellenza delle differenti regioni.

Eccellenza
E’ noto a chi pratica queste categorie che, alle normali promozioni dall’Eccellenza alla D delle vincitrici, i PO di girone, non garantiscono promozioni, ma qualificano solamente agli spareggi nazionali che apportano notevoli costi economici per società dilettantistiche. Fare una trasferta per uno spareggio promozione in regioni differenti è chiedere troppo alcune volte. Bisognerebbe studiare delle promozioni basate sulle varie regioni. Questo è dovuto al fatto che dei 9 gironi di Serie D, le retrocesse per girone sono 4 (36 totali). I gironi di Eccellenza sono 28 (attualmente) e quindi garantiscono 28 promozioni dirette, le altre 8? Spareggi e Coppa Italia Dilettanti (1 posto)… Se anche dai 28 gironi si riuscisse a ricavare le promosse evitando le fasi nazionali ma facendo disputare PO regionali tra gironi, sarebbe più facile, ma 8 promozioni da PO su 28 gironi totali, significa che qualcuna deve per forza andare fuori regione… Sarebbe meglio quindi adeguare retrocessioni di D e promozioni di Eccellenza in maniera differente.

Porto solamente un esempio della mia regione, la Campania che presenta attualmente nella stagione sportiva 2024/2025 2 gironi di Eccellenza, (A e B) da 18 squadre. Le prime 2 promosse in D, PO di girone dalla 2° alla 5° di cui, solamente le 2 vincitrici dei gironi possono tentare gli spareggi interregionali.

2 società che dovranno sostenere costi enormi per tentare di andare in D, incontrando nelle varie fasi anche squadre di altre regioni distanti…

(Fig.2)

Prendendo in esempio (per facilità e conoscenza) solo 2 squadre campane vorrei mostrarvi le distanze da percorrere per lo spareggio.

  •          Canosa Vs Battipagliese
  •          Real Normanna Vs Rossanese

Il Canosa e la Battipagliese società rispettivamente delle città di Canosa di Puglia (BT) e Battipaglia (SA) percorreranno 189 Km a testa. Lascio l’immagine di Google per correttezza.

(Fig.3)

Ma non è finita qui, se addirittura vogliamo valutare la distanza tra Aversa (CE) sede della Real Normanna e Rossano (CS) sede della Rossanese, si superano abbondantemente i 300 Km, (324) con costi eccessivi.

(Fig.4)

Per me, quindi sarebbe più semplice aumentare il numero di retrocesse dalla D. Sono 36, se ipotizziamo oltre alle 28 dirette dall’Eccellenza che salgono anche 14 dagli spareggi (regionali) cioè una vincente ogni 2 gironi (di media in Eccellenza) otteniamo 28+14= 42 da promuovere. Ho escluso la vincente Coppa Italia Dilettanti dalle promozioni perché fare una Coppa tra le varie vincenti delle Coppe Regionali mi sembra un’altra assurdità… Troppi viaggi e costi!

In D, basterebbe aumentare le retrocesse da 36 a 42, cioè 6 in più… Considerando che in questa stagione sportiva in D i gironi da 20 squadre sono stati 3 ed i restanti 6 a 18, si potrebbe ipotizzare di aggiungere un POUT in più per una retrocessione in più nei gironi a 20, cosi da averne già 3 in più delle 6 ipotizzate, le altre 3 da ottenere tra un POUT congiunto tra i 6 gironi da 18 squadre… O le peggiori classificate…

Concludendo dovremmo avere 42 retrocesse dalla D all’Eccellenza e 42 promosse dall’Eccellenza alla D, tante ne scendono tante ne salgono, non ci vuole uno scienziato!

Calcio Femminile ed organizzazione dei campionati

Per quanto riguarda invece il calcio femminile in Italia, tanto si sta facendo negli ultimi anni, basti pensare al Professionismo ottenuto nella stagione 2022/2023. Che però non sia sufficiente è chiaro, l’attività al femminile rispetto a tanti altri paesi è ancora da migliorare, ci si ritrova ancora molto dietro.

Il Calcio Femminile in Italia è strutturato attualmente in questo modo.

  1. Serie A, 10 partecipanti, Professionistica (dalla stagione 2025/2026 si passerà a 12)
  2. Serie B, (non professionistica) 16 squadre, (dalla stagione 2025/2026 scenderà a 14)
  3. Serie C, composta da 3 gironi da 16 squadre ciascuna, per 48 totali (stagione 2024/2025 a 45 squadre per rinunce)
  4. Eccellenza, su base regionale presenta un totale di 190 squadre divise in 21 gironi 
  5. Promozione, è il 5° ed ultimo livello della piramide. Si tratta di una categoria organizzata regionalmente e solamente da alcune regioni per un totale di 58 squadre in 5 gironi.

Serie A

Come accennavo prima, la Serie A femminile attualmente in organico conta ben 10 società, dalla stagione 2022/2023 con l’inizio del Professionismo. Le partecipanti, si affrontano in un girone di andata ed uno di ritorno, dopo questa fase, (1° fase) le prime 5 classificate si affrontano per la Poule Scudetto, mentre le ultime 5 per la Poule Salvezza (2° fase Poule Scudetto/Salvezza). La vincente del Campionato, è qualificata alla Women’s Champions League, la seconda e terza classificata ai preliminari della competizione europea. Retrocede in Serie B l’ultima classificata, mentre la penultima si gioca la permanenza in categoria affrontando la seconda classificata della Serie B, in un incontro Play Out/Promozione. Quello della stagione 2024/2025 è stato l’ultimo campionato con questa formula, in quanto dalla prossima stagione, la 2025/2026 il format prevederà 12 squadre ed il ritorno al girone unico all’italiana, con gare di andata e ritorno. La squadra vincitrice dell’ultimo campionato appena concluso è la Juventus a cui vanno i miei personali complimenti.

Per quanto riguarda possibili migliorie al movimento in generale posso semplicemente far notare che nel ranking Uefa, se al maschile l’Italia oscilla tra la 2° e la 3° posizione (Fig.1) nel femminile l’Italia è al 5° posto, segno che qualcosa in più si può fare.

(Fig.5)

 
La Serie A, in particolare, ha avuto poco interesse in un recente passato, tant’è che i diritti televisivi nella stagione 2023/2024 sono stati divisi in 3 pacchetti, di cui, uno alla Rai, (1 partita a giornata + le Finali Coppa Italia e Supercoppa), 1 per i diritti internazionali aggiudicati all'S&T Sports Group, infine, 1 per la trasmissione non esclusiva di tutte le partite, che però, nonostante tre proroghe consecutive, è rimasto invenduto oltre l'inizio del campionato. In attesa di ricevere nuove offerte per quest'ultimo pacchetto, la FIGC ha provveduto a trasmettere in streaming le partite non coperte in chiaro sul proprio sito Internet. Nel settembre 2023, è stata infine accettata un'offerta da parte di DAZN, che ha dunque acquisito i diritti per trasmettere tutte le partite di campionato sui propri servizi di live streaming. La competitività è buona, ma per far crescere ancora di più bisogna far crescere il brand, aumentare il seguito, cosi da dare alle società partecipanti anche introiti maggiori, investire e poter competere a livello europeo.

Parlando più strettamente riguardo al format, è importante aver portato la Serie A a 12 squadre, infatti se vogliamo fare un paragone con le altre realtà europee, l’Inghilterra prima nel ranking Uefa con la Women's Super League conta attualmente 12 partecipanti, la Francia, attuale 2° nel ranking conta anch’essa 12 squadre per il campionato Première Ligue, la Primera División de la Liga de Fútbol Femenino, in Spagna invece ne porta 16, a seguire la Germania 12 con la Frauen-Bundesliga ed infine, se vogliamo gettare uno sguardo oltre oceano negli States, la National Women's Soccer League (NWSL) 1° nel ranking FIFA ne conta 14.

Serie B

La Serie B femminile, conta attualmente 16 squadre, anche se dalla prossima stagione 2025/2026 come già accennato, le partecipanti scenderanno a 14. Non è professionistica, ma ancora formalmente dilettantistica. Nella stagione in corso, la 2024/2025 è previsto un numero di promozioni in A di 3 squadre e 3 retrocessioni in Serie C. Sono stati fatti tantissimi cambiamenti riguardanti il format, infatti, in passato la B era organizzata in più gironi, considerando che in passato la B era anche la terza serie in quanto era presente come livello superiore l’A2. Le partecipanti erano divise in vari gironi su suddivisione geografica, variavano da 2 a 6. Nelle stagioni 2018/2019 e 2019/2020 le partecipanti erano 12, numero poi aumentato a 14 nella stagione 2020/2021.

Per quanto riguarda il format credo non ci sia nulla da modificare, ma stesso discorso per la Serie A, bisognerebbe cercare maggiore visibilità per incrementare gli introiti e gli investimenti. Il professionismo, della B sarebbe un ulteriore passo in avanti notevole, se paragonato agli altri paesi, dove ad esempio, la seconda serie spagnola è già professionistica, come anche in Germania e Francia.

Serie C ed Eccellenza

Il terzo livello nel sistema italiano è rappresentato dalla Serie C, campionato formato da 48 squadre totali, 16 per girone con suddivisione geografica tra Nord, Centro e Sud, si tratta quindi di gironi a carattere nazionale.

A seguito di alcune rinunce e non riuscendo ad integrare l’organico con un numero sufficiente di ripescaggi, nella stagione attuale 2024/2025 la Serie C è stata organizzata da 3 gironi da 15 squadre ciascuno per un totale di 45 squadre invece di 48. Questo è un segnale che deve far riflettere sulle difficoltà che hanno le società in terza serie, campionato che prevede costi importanti e trasferte anche lunghe, probabilmente il calcio femminile italiano non è ancora pronto per accogliere in terza serie ben 48 squadre.

L’Eccellenza, invece, che è il 4° livello del calcio femminile italiano, in assenza della Serie D, è composto da 190 squadre in 21 gironi. E’ il massimo livello regionale, forse, questa netta differenza tra Eccellenza e Serie C, (quindi da campionati nazionali seppur raggruppati in maniera geografica a campionati regionali), crea difficoltà a squadre che promosse dall’Eccellenza si trovano a dover effettuare lunghissime trasferte ed a sostenere notevoli costi. A mio modesto parere, pur conoscendo poco questi campionati, non capisco il motivo della cancellazione della Serie D, che poteva essere una categoria “cuscinetto” per preparare al salto in C.

Ad ogni modo, i campionati di Eccellenza femminile sono organizzati dai seguenti Comitati Regionali:

  • Abruzzo - Molise (1 girone da 11 squadre)
  • Basilicata (1 girone da 4 squadre)
  • Calabria (1 girone da 6 squadre)
  • Campania (1 girone da 12 squadre)
  • Emilia-Romagna (1 girone da 8 squadre)
  • Lazio (1 girone da 10 squadre e 1 girone da 9 squadre)
  • Liguria (1 girone da 12 squadre)
  • Lombardia (1 girone da 16 squadre)
  • Marche (1 girone da 14 squadre)
  • Piemonte - Valle D'Aosta (1 girone da 9 squadre)
  • Puglia (1 girone da 10 squadre)
  • Sardegna (1 girone da 10 squadre)
  • Sicilia (1 girone da 5 squadre e 1 girone da 6 squadre)
  • Toscana (1 girone da 9 squadre)
  • Trentino-Alto Adige (1 girone da 12 squadre)
  • Umbria (1 girone da 5 squadre)
  • Veneto - Friuli-Venezia Giulia (1 girone da 8 squadre e 2 gironi da 7 squadre).

Promozione

Il campionato di Promozione femminile è il quinto ed ultimo livello nel sistema italiano. Trattandosi di campionati disputati molto spesso da squadre piccole, c'è l'esigenza di ridurre al minimo le distanze e quindi i costi delle trasferte. È in base a tali criteri che il Comitato Regionale sceglie il numero dei gironi, solitamente uno o due dato l'esiguo numero delle squadre partecipanti. I campionati di promozione sono presenti solamente in alcune regioni, ciò fa si che alcune regioni diano effettivamente maggiori possibilità alle giovani del territorio rispetto ad altre che per sfortuna si trovino in una regione differente, questa disparità, seppure all’ultimo livello della piramide risulta essere personalmente penalizzante per tante giovani che finito il percorso nelle società giovanili sono costrette a spostarsi in una regione differente per iniziare a giocare in ambito di prime squadre.

Un’ipotesi, potrebbe essere quella di reintrodurre la Serie D, diminuendo le società di Eccellenza, che però accoglierebbero anche quelle di Promozione. Questo per creare una serie “cuscinetto” tra Serie C a carattere nazionale ed Eccellenza regionale e d’altra parte riequilibrare creando le possibilità per tutte le ragazze di ogni regione di poter giocare e divertirsi in campionati FIGC. Con l’assorbimento delle poche squadre di Promozione in Eccellenza si andrebbe a riequilibrare almeno in parte lo squilibrio creato dalla fuoriuscita di tante compagini per la ri-creazione della D.

I campionati di Promozione femminile sono organizzati dai seguenti Comitati Regionali:

  • Emilia Romagna (1 girone da 9 squadre)
  • Lombardia (1 girone da 15 squadre e 1 girone da 14 squadre)
  • Piemonte (1 girone da 8 squadre)
  • Toscana (1 girone da 12 squadre)
Fonte: Wikipedia

Spero che questo articolo abbia dato spunti, non vuole essere un presuntuoso modo di dettare regole per cambiare il calcio italiano, ma dare idee, creare dibattito e confronto costruttivo, perché si sa che c’è sempre da migliorare.

Articolo a cura di: Fabio Polverino, Allenatore Uefa B, C e Calcio a 5.

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