Marco, Copro e Marcature e Coperture Preventive


 

In quest’articolo, ho voluto fare un focus sul concetto del “Marco e Copro” spesso discusso e studiato ai Corsi Federali, collegandolo alle Marcature e Coperture Preventive. Ma procediamo gradualmente e per ordine.

Il “marcamento” viene definito come l’abilità di un giocatore, (molto spesso un Difensore) nel togliere spazio e tempo all’attaccante avversario con il fine di recuperare per la propria squadra il Possesso Palla. Si verifica attraverso una presa di posizione congrua e tecniche di contrasto diretto o anticipo ed intercetto.

Il marcamento può essere:

·         Sull’avversario con palla

·         Sull’avversario senza palla

Nel marcamento dell’avversario con palla, il principio generale è che il difensore deve posizionarsi tra la porta ed il pallone. (Fig.1)

 
(Fig.1)

Il difensore può scegliere di eseguire un’azione di temporeggiamento oppure contrasto. E’ fondamentale che il difensore si avvicini velocemente il più possibile all’avversario, per evitare che questo conquisti spazio e acquisti velocità. Ma prima che l’avversario entri in possesso del pallone, il difensore deve già essere pronto in posizione di equilibrio con il corpo, baricentro basso, appoggi leggeri per non essere superato con cambi di direzione e/o velocità. L’attenzione e lo sguardo devono essere rivolti alla palla, evitando di “abboccare” a finte di corpo, veli e quant’altro.

Il difensore deve quindi decidere se:

  • Temporeggiare (ad esempio quando la propria squadra è in inferiorità numerica)
  •  Indirizzare l’avversario in una posizione strategicamente vantaggiosa (l’esempio in       figura 1 considera di mandare l’avversario verso l’esterno)
  •  Tentare il contrasto (quindi la riconquista palla) quando si ha la copertura alle spalle o si hanno evidenti probabilità di successo.

Le situazioni di gioco che possono delinearsi sono:

  • Attacco Frontale - dove il difensore è con il corpo a protezione della porta
  • Attacco Laterale – dove l’avversario deve essere “costretto” ad andare esternamente, quindi la posizione dei piedi del difensore deve prevedere che il piede avanzato (piede debole) sia esternamente invece quello forte (interamente leggermente più indietro)
  • Attacco con avversario di spalle (Figura 1) ed in questo caso il difensore deve sempre vedere la palla, essere in posizione antero-posteriore (piede avanti piede dietro), percepire se l’avversario si sta girando, portandosi frontalmente ed in questo caso intervenire contrastando quando egli sta ruotando, (momento in cui la palla è meno coperta), non commettere fallo.

Discorso differente invece quando si deve marcare un avversario sprovvisto di palla.

(Fig.2)

La scelta del difensore è legata principalmente alla “lettura” dell’azione, si potrebbe suddividere quindi, in 3 fasi, attesa, anticipo e difesa della profondità.

Nella prima fase, quella di attesa il difensore deve percepire cosa potrebbe fare il giocatore avversario in possesso della palla. In questo caso, si deve valutare la distanza da tenere verso il diretto avversario, seguendo i determinati fattori:

  • Distanza palla/avversario
  • Situazione di palla scoperta o coperta
  • Eventuale copertura alle spalle (compagni)
  • Conoscenza dell’avversario (qualità tecnico-fisiche)
  • Strategia adottata dalla propria squadra

Questa fase è da considerarsi di “lettura”, seguono anticipo e difesa della profondità.

Le coperture invece, si possono definire come l’occupazione (da parte di un difendente) di uno spazio che potrebbe essere “invaso” da 1 o più calciatori avversari. Ad esempio laprofondità, soprattutto quando la strategia di squadra prevede una difesa alta, con una squadra che difende con un baricentro più alto del normale. Le coperture prevedono che il giocatore si opponga fisicamente tra palla (e quindi avversario) e porta. Le coperture si applicano sia in contemporaneità alle marcature, sia in assenza (o meglio) in assenza di marcature individuali ma in presenza di marcatura a zona. Ed è proprio nel concetto di zona che è più presente la copertura, in quanto il riferimento principale diventa la palla, solo secondariamente l’avversario, quindi i difendenti occuperanno una zona di campo che verrà quindi coperta in caso di arrivo del pallone.

(Fig.3)

E’ facile capire quindi che se la marcatura è un concetto prettamente individuale, già la copertura ha risvolti collettivi, in quanto si potrebbe coprire un compagno ed avere un esempio di 2vs1. (Fig.3).

Il Marco e Copro quindi è da considerare principalmente per le situazioni di 2vs2 e 2vs1. E proprio la situazione di 2vs2 è da considerarsi l’anello di congiunzione della tattica individuale con quella collettiva. L’obbiettivo della coppia difensiva è quello di togliere spazio e tempo a chi offende.

Se i compiti del difensore impegnato nell’1vs1 sono quindi quelli già analizzati, i compiti dell’altro difendente, sono quelli di ottimizzare la posizione (copertura) in aiuto al compagno impegnato nel duello individuale e fornire un’ulteriore “muro” se esso viene saltato in dribbling esternamente o internamente e allo stesso tempo accorciare su un eventuale avversario diretto in caso gli venga passata palla. L’abilità del difensore non impegnato nel duello con il portatore di palla sarà quindi quella di valutare dove marcare e dove coprire, sapendo che quanto più si sceglie di marcare, meno si copre e viceversa.

Dopo questo rapido ma doveroso excursus sul concetto generico di marcatura e copertura, passiamo alla parte fondamentale dell’articolo.  E’ infatti, consolidata l’importanza delle marcature e coperture quando l’avversario è in Possesso di Palla, ma negli ultimi anni, con l’evoluzione del Calcio, l’introduzione di concetti e la revisione di altri, sempre più spesso è diventata fondamentale l’esigenza di mantenere marcature e coperture anche quando è la propria squadra ad avere il Possesso di Palla. Perché direte voi, se ho palla perché devo marcare e/o coprire?

Molto più semplice di quanto crediate. La palla si può perdere rapidamente (è sufficiente un passaggio sbagliato, un contrasto dell’avversario, un intercetto ecc…) ed è quindi necessario far fronte immediatamente alla possibilità che l’avversario giochi il più in verticale possibile palla, trovandoci “distratti” ed impreparati in difesa. E’ per questo motivo che negli ultimi anni, si è introdotto il concetto di Marcature e Coperture Preventive, in quanto, l’aumento dell’intensità di gioco, della velocità del Calcio, ma anche la ricerca delle Transizioni Positive Rapide, ha reso necessario un “upgrade” nei concetti di marcature e coperture trasformandole in preventive. Ed è per questo che io pur differenziandole in questo articolo, nella pratica le considero strettamente connesse, in quanto c’è sempre più spesso la necessità di essere pronti ad affrontare rapidamente la situazione in cui dal Possesso Palla si passi alla fase di Non Possesso Palla, fase detta di Transizione Negativa, in cui a volte con un solo passaggio da parte dell’avversario (dopo aver recuperato palla) può trasformare un’azione da difensiva ad offensiva, ad esempio con un lancio lungo. Nel Calcio moderno, con l’introduzione di concetti come la Pressione Ultra Offensiva, o Pressione Altissima, (i tedeschi la chiamano “Gegenpressing”) ci si può quindi ritrovare a recuperare palla anche nell’area di rigore avversaria, anche considerando che si predilige la Costruzione dal Basso con passaggi corti e palla bassa ed è quindi evidente il fatto che non c’è più tempo per prendere in consegna l’avversario di turno in marcatura o copertura. E’ per questo che ci sono della Marcature e Coperture Preventive, anche quando si è in possesso di palla, non più come prima (decenni fa) quando nel contesto di fase di possesso spesso nessun attaccante avversario veniva preso individualmente. Per spiegare meglio questo semplice concetto, vorrei portare all’attenzione di voi lettori un episodio in cui l’insieme di queste norme difensive sono state applicate male (a mio avviso), con il risultato che la squadra presa in esame ha subito un gol proprio da Transizione Negativa Rapida.

Le squadre prese in considerazione sono il Racing Club de Lens e il Paris Saint Germain Football Club, squadre che militano nel massimo Campionato Francese, la Ligue 1. La partita che le ha viste sfidarsi è terminata con il risultato (inaspettato) di 3-1 per la squadra di casa, partita valida come 17° giornata, proprio in questa partita c’è stato un episodio propedeutico all’argomento da me scelto quest’oggi. Partiamo con l’analisi della partita, nello specifico nell’azione che porterà il Lens sul 2-1 sul PSG. In quest’azione, come possiamo vedere dalla prossima figura, la n. 4, c’è una situazione di 3vs3 in cui è il PSG con Mbappè in Possesso di Palla che sta attaccando, impensabile, come dicevo prima, decenni fa pensare a come e chi marcare e coprire eppure…

(Fig.4)

Scorrendo in avanti i fotogrammi, Mbappè passerà palla alla sua SX, successivo passaggio verso il centro che verrà intercettato e qui entriamo nel nocciolo della questione.

(Fig.5)

Il passaggio orizzontale al limite dell’area del Lens viene intercettato e così riparte l’azione del Lens, (Transizione Positiva), invece il PSG si ritroverà a dover recuperare palla da una situazione offensiva che si è tramutata rapidamente in difensiva. (Fig.6)

(Fig.6)

Ovviamente il Lens, trovandosi a ridosso della propria area di rigore (palla intercettata leggermente all’interno) ha una situazione di vantaggio (6vs4) ma recuperando palla, ed avviando la Transizione Positiva si troverà inevitabilmente in avanti una situazione di inferiorità numerica. La palla giunge a Fofana del Lens che spalle alla porta ha 3 possibilità di giocata (in questa situazione).

  • Scarico frontale
  • Passaggio Laterale
  • Azione individuale (Dribbling avversario diretto e conduzione a campo libero)

Fofana deciderà proprio questa terza soluzione, la più rischiosa (forse) ma anche quella che premia maggiormente in caso di esito positivo.

(Fig.7)

Infatti come possiamo vedere dalla figura n.7 i due passaggi all’indietro molto semplici, avrebbero rallentato l’azione giovando alla ri-sistemazione difensiva del PSG, provando invece l’azione personale, l’azione ne ha giocato in tempo, dando a lui e la sua squadra più tempo (con la conduzione) per scegliere la successiva giocata.

Scelta come vedremo nella prossima figura, la n.8 che sarà il momento chiave dell’azione stessa, sia in fase Offensiva che Difensiva.

(Fig.8)

La conduzione palla di Fofana in campo aperto, ha indotto ad una serie di errori individuali il PSG.

Per prima cosa, osserviamo la reazione poco celere di alcuni centrocampisti in maglia blu che non hanno rapidamente accorciato sul portatore di palla, precludendogli la possibilità di giocare palla lunga in avanti (situazione di palla scoperta del PSG). Notiamo poi, che anche chi era nelle vicinanze data la rapidità dell’azione ha perso i riferimenti avversari, notiamo infine l’aspetto che ad oggi, per questo articolo ci interessa maggiormente. La Difesa, pur trovandosi in una situazione (tranquilla) di superiorità numerica, (2vs1), si trova “impreparata” a gestire questa situazione di Palla Scoperta, dove in genere, si deve scappar via all’indietro, cercando di ridurre il più possibile lo spazio tra sé e la propria porta ma al tempo stesso gestire l’uomo da marcare che attacca rapidissimamente la Profondità, attaccandola. In quest’azione, pensare è praticamente impossibile, data la velocità, per questo motivo a mio avviso, l’unica ipotesi può essere quella di tenere in situazione del genere (vantaggio di 2vs1) una Marcatura Preventiva Individuale sull’attaccante ed una Copertura Preventiva Individuale con l’altro difensore che deve semplicemente restare un paio di metri più indietro rispetto al compagno, concedendo da una parte, (mantenendo l’attaccante in gioco si concede un vantaggio) ma avendo quindi già preso una posizione di vantaggio nel caso in cui con palla lunga venga servito in profondità, in quanto si ha la possibilità di indirizzare la corsa e la conduzione avversaria intervenendo da una posizione più addietro e rallentando l’azione in attesa del recupero di qualche compagno di squadra. Ciò non è avvenuto, preferendo una ricerca del Fuorigioco, in cui l’attaccante trovandosi a metà tra i 2 difensori ha semplicemente dovuto attaccare senza palla la profondità, giocandosela in Rapidità con i 2 centrali difensivi. I 2 centrali, i quali evidentemente meno rapidi, o leggermente in ritardo nella lettura della situazione si sono ritrovati ad inseguire il diretto avversario senza la possibilità di intervenire realmente. 
(Fig.9)

Qualcuno, osservando la figura n.9, potrebbe giustamente “puntare il dito” contro la scelta di avere il baricentro alto, falso problema, in quanto, ripeto, con una marcatura preventiva ed una copertura preventiva, (ad esempio il n.4 marca) si avrebbero potuto avere 2 ipotesi

  •  Intervento diretto di Sergio Ramos (n.4) e recupero palla
  •  Intervento indiretto di Ramos, (ostruzione ad Openda e rallentamento dell’azione)

Ma se si sceglie di tenere i 2 centrali in linea liberi da marcatura, c’è il rischio che si verifichi questo. (Fig.10).

(Fig.10)

Come si può vedere, nessuno è in grado di rallentare la corsa e la conduzione di Openda che può puntare direttamente al centro porta. Ovviamente, in questi casi, di Palla Scoperta si considera la regola generale, quella di scappare via e recuperare spazio, riducendolo all’avversario, ma non si tiene in considerazione l’ipotesi che ho avanzato, in quanto maggiormente efficace nel rallentare l’attaccante del Lens ed applicare un’azione ritardatrice per far recuperare e risistemare la squadra.

Continuando a scorrere il video, si potrà notare un altro errore, stavolta individuale e non di reparto (il 2vs1 o 2vs2 sono da considerarsi azioni di reparto e quindi errori collettivi dei calciatori coinvolti), in quanto ci sarà un ultimo tentativo alquanto disperato in scivolata.

(Fig.11)

Come si può vedere il difensore tenterà un recupero palla intervenendo in scivolata, questo tackle, in queste circostanze è sconsigliato perché potrebbe portare ed affetti peggiori a quelli sperati. Infatti, l’attaccante potrebbe dribblarci verso l’interno (lato opposto alla direzione del tackle), oppure, “lasciarsi toccare” con la gamba d’appoggio, producendo un fallo netto da calcio di rigore. Sarebbe stato più giusto, (forse) tentare di rimanere in piedi, sperando di portare l’attaccante in una posizione più esterna possibile, per ridurgli lo specchio di porta. Quest’ultimo errore di Marquinhos (n.5) è comunque parzialmente giustificabile dall’errata valutazione precedente, (scelta probabilmente di impostazione dell’allenatore), quella di rimanere in linea anziché destinare uno dei 2 difensori alla marcatura diretta e l’altro alla copertura.

(Fig.12)

E’ per questo motivo che il Lens ha trovato il gol del vantaggio 2-1 con Openda che è stato abile e rapido nel trovare la giusta posizione, per portarsi centralmente prima, liberandosi da Ramos immediatamente lasciando scorrere palla (rivedi figura n.9) e conducendo in velocità in 1vs1 con Marquinhos, aspettare che decida di intervenire, per dribblarlo e trovarsi in solitaria posizione centrale davanti al portiere per un facile gol.

Questo articolo è stato scritto inserendo immagini prelevate dal seguente video sempre da me realizzato: https://youtu.be/V-zCH2dDMII

L’articolo è stato scritto da Fabio Polverino, Allenatore Uefa B e Calcio a 5 FIGC.

Il video comprensivo sia di analisi tattica che di montaggio audio/video è realizzato sempre da Fabio Polverino.

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